Il Nostro Impegno

La tutela delle nostre comunità deve necessariamente muovere dal principio che è necessario, indispensabile, agire concretamente per promuovere il benessere psico-fisico e sociale dei singoli cittadini. Cittadini disagiati, poveri o ammalati perdono, inevitabilmente, la loro dignità che è oggetto di diritti fondamentali.  

Il dono volontario, libero e consapevole di diverse parti del corpo che noi qui definiamo Dono Biologico, ovvero la donazione di sangue, emoderivati, cellule, tessuti, organi, nutrienti (latte), capelli e altro, risponde sia al principio di tutela del benessere psico-fisico e sociale dei singoli cittadini in condizioni di disagio, sia alla necessità di mantenere alto il livello di espressione della responsabilità e reciprocità sociale che, in base ai principi di solidarietà, vede le persone e le comunità coinvolte verso un unico obiettivo: il benessere di tutti.

Il Dono Biologico solleva problemi di carattere etico, sociale, morale e culturale ai quali è necessario rispondere in modo univoco e trasparente in modo da rendere ben chiaro l’appropriatezza del dono stesso evidenziando, se necessario, le basi scientifiche che ne hanno stabilito, dal punto di vista clinico, la validità e l’efficacia.

Questi principi fondamentali fanno parte del patrimonio etico e culturale di professionisti del settore sanitario, delle istituzioni e di una galassia di Enti del Terzo Settore che hanno come scopo sociale il sostegno della cultura del dono, la ricerca di nuovi donatori e l’aiuto ai pazienti in attesa e riceventi.

Oggi, mentre ci lasciamo alle spalle fra le invitabili polemiche una pandemia che ha sconvolto le abitudini delle nostre comunità, diventa indispensabile che gli Enti del Terzo Settore prendano coscienza del cambiamento e rispondano alla richiesta di benessere dei cittadini in modo rapido e coerente con le molteplici caratteristiche geografiche, sociali e culturali delle comunità verso le quali rivolgono le loro azioni.

Le ODV, gli APS, gli ETS, specie quelli che si occupano del benessere psico-fisico dei cittadini, non sono molto lontani dalla situazione descritta da Tommasi da Lampedusa nel romanzo “Il Gattopardo”.

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

Se vogliamo, e aggiungiamo dobbiamo, mantenere e migliorare i livelli di assistenza socio-sanitaria nelle nostre comunità è indispensabile un cambiamento all’interno degli Enti del Terzo Settore. Un cambiamento che non possiamo pretendere che abbia luogo, che ci venga calato dall’alto. Il cambiamento, quello vero, deve avvenire all’interno, direttamente nelle nostre anime di volontari, di dirigenti.

Se vogliamo essere obiettivi dobbiamo riconoscere, onestamente, che quando le cose non vanno bene, è perché abbiamo, drammaticamente, imparato a esteriorizzare la colpa, imparato a scaricare su altri le responsabilità personali e del nostro clan. “Siamo vittime innocenti di un male che viene da fuori” recriminiamo ogni giorno. Facendo riferimento a qualcosa di impreciso (lo Stato, la Società, il Capitalismo, il Comunismo) nel quale concentriamo, in una assurda celebrazione di un “sacro mistero”, la vera causa del malessere, dell’oppressione della quale ci sentiamo vittime.

Non possiamo, come Volontari, essere come Don Fabrizio nel romanzo “Il Gattopardo” quando afferma: “I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla”.

Non possiamo più celebrare il passato, quello che abbiamo fatto, quello che non è più, o fare discorsi fumosi su un futuro, su ciò che non è ancora, dimenticando il fondamentale “hic et nunc”, QUI e ORA. Perché è qui e ora che si cambia il mondo, cambiando, prima di tutto, noi stessi.

Alla luce di quanto esposto noi, come Volontari dell’Associazione per la Donazione di Organi e il dono Biologico in Romagna, ci impegniamo a operare per:

  • Porre in essere tutte le azioni necessarie per far in modo che il Dono Biologico, inteso come donazione di parti del corpo umano, resti libero, volontario, consapevole, informato e non remunerato;
  • Impedire e denunciare ogni tentativo di commercializzazione del Dono Biologico, sia in forma diretta sia in forma indiretta anche se avviene sotto forma di rimborso non strettamente inteso come tale o forme di scambio o assegnazione non trasparente;
  • Tutelare con ogni mezzo possibile e senza discriminazioni la libertà personale e i diritti dei donatori e potenziali donatori, dei pazienti riceventi o potenziali riceventi e delle relative famiglie contrastando qualsiasi forma di condizionamento e garantendo l’anonimato del donatore e del ricevente;
  • Verificare che tutte le disposizioni di legge relative alla donazione di sangue ed emoderivati da utilizzare per garantire i trattamenti sanitari; di organi, tessuti e cellule a scopo di trapianto terapeutico; di midollo osseo e cellule emopoietiche; di latte umano; di altre parti del corpo umano siano puntualmente rispettate denunciando alle autorità eventuali colpe di singoli, enti pubblici e privati;
  • Promuovere con tutti gli strumenti previsti dalla legge l’emanazione di norme per regolamentare, favorire e promuovere il Dono Biologico;
  • Combattere ogni forma di informazione e comunicazione ingannevole incluse quelle che omettono, per colpa o dolo, informazioni essenziali per la libera formazione della volontà personale in materia di Dono Biologico;
  • Co-programmare e co-progettare, in stretta collaborazione con le Istituzioni e i professionisti del settore sanitario, tutte le azioni di formazione ed informazione per la promozione del Dono Biologico;
  • Porre in essere con puro spirito di volontariato, tutte le azioni di formazione e informazione necessarie nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei luoghi culto e nei luoghi di aggregazione sociale per far crescere la cultura della donazione di una cittadinanza veramente attiva anche attraverso la dichiarazione di volontà della donazione libera, volontaria, consapevole, informata e non remunerata di parti del proprio corpo sia post mortem, sia in vita;
  • Vigilare che la volontà dei donatori e dei potenziali donatori siano rispettate.